Aziende Pubbliche sotto il controllo diretto dei Cittadini
Le privatizzazioni sono riforme sempre molto dibattute. Da un lato si vuole perseguire l'obiettivo di sgravare lo stato di enti, e quindi di spese, e di inserire i servizi nel libero mercato sperando che questo migliori prezzi e prestazioni, dall'altro non si può evitare di notare che in tal modo spesso si creano situazioni di monopolio, a volte anche inevitabile, che non rpoducono gli effetti desiderati, se non quelli opposti.
Io propongo di cambiare radicalmente l'idea di privatizzazione in base a questi due concetti:
1) lo stato, o gli enti locali a seconda dei casi, restano proprietari delle infrastrutture, che vengono solo noleggiate, in maniera esclusiva o meno, alle aziende che forniscono i servizi.
In base a tale principio la rete teelfonica non è più proprietà della Telecom, i binari e le stazioni non sono più proprietà di Trenitalia, la rete elettrica dell'Enel, e gli acquedotti delle aziende municipalizzate, e così via.
Ogni azienda deve pagare il noleggio dell'infrastruttura allo stato, noleggio uguale per tutti come prezzo in rapporto all'utilizzo che si chiede di farne, dopodichè le aziende che forniscono uno stesso servizio avranno offerte e prezzi diversi in base ai quali gli utenti decideranno a chi rivolgersi.
Ad esempio binari e stazioni vedrebbero l'avvicendarsi di treni non solo di Trenitalia, ma anche di altre compagnie, il traffico sarebbe essere regolato tranquillamente come avviene per gli aerei lungo le rotte e negli a aeroporti (che infatti non sono proprietà delle compagnie aeree). In tal modo ci sarebbe concorrenza vera che migliorerebbe confort, prezzi e puntualità dei treni (i ritardi causerebbero anche disagi alle altre compagnie, con conseguenti necessità di rimborsi cospicui, per cui far ritardare un treno diventerebbe dannoso anche in caso di treni senza prenotazioni). Le comunicazioni telefoniche viaggerebbero libere nella rete e ogni compagnia pagherebbe allo stato un affitto in base al numero e alla durata delle conversazioni dei propri utenti (come avviene per esempio negli USA) e quindi ciascuno sarebbe realmente libero di scegliere la compagnia telefonica, e anche i cambi di compagnia sarebbero molto più rapidi ed efficenti. L'utilizzo della rete elettrica da parte di più compagnie avviene già adesso ma ora si paga un affitto all'Enel (invece che allo stato, cioè noi cittadini) perchè è l'Enel la proprietaria della rete.
2) Le azioni devono essere innazitutto vendute agli utenti diretti. Questo vuol dire che al momento di privatizzare un ente nazionale ogni cittadino italiano, minorenni inclusi, (solo i cittadini locali se si tratta di un'azienda locale come le aziende idriche per esempio) hanno diritto ad acquistare una porzione di azioni anche piccolissima (taglio minimo 50 euro), il cui costo può essere pagato anche a rate come sovrapprezzo sulle bollette nel caso delle aziende che forniscono utenze domestiche (telefono, energia elettrica, metano, acqua, etc). Nella suddivisione deve essere data la precedenza alla massima suddivisione, per evitare concentrazioni di azioni. Il patrimonio azionario deve essere venduto almeno all'85% in modo che lo stato non conservi potere sulle nomine. Solo le azioni residue (se ce ne fossero) possono essere immesse sul mercato azionario e comprate da chiunque. Dopodichè devono essere pubblicati, in modalità che tutti possano accedervi, gli elenchi completi di tutti gli azionisti con la loro percentuale di azioni, in modo che i microazionisti possano facilmente associarsi in modo da avere rappresentatività nel consiglio di amministrazione che a questo punto sarebbe quindi eletto praticamente dagli utenti stessi dell'azienda, mediante procedure di votazione online da parte di tutti gli azionisti (non solo quelli con rappresentanza in consiglio). Allo stesso modo si procederebbe alla nomina dei manager di alto livello che quindi non sarebbero più emissioni del governo che potrebbe limitarsi a proporre delle candidature. Naturalmente la candidatura sarebbe aperta a qualunque azionista o anche non azionisti che siano proposti da almeno il 2% degli azionisti.
Di conseguenza niente più manager e amministratori delegati che lavorano per far quadagnare sé stessi e i grandi azionisti (che puntano sulla speculazione invece che sul fatturato) ma attenti principalmente all'utenza, che è quella che in qualunque momento può togliergli la poltrona e il lavoro.
Per le aziende già parzialmente privatizzate si procederà con questo metodo per liquidare la parte totale di azioni ancora in possesso dello stato.
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