Riforma dei Cicli Scolastici
La nostra scuola, benchè sicuramente migliore di quello che appare, soffre di diversi problemi, molti dei quali provengono dall'eccessiva frammentazione dei cicli scolastici che permette di disperdere le responsabilità sulle carenze di formazione dei ragazzi. Attualmente la nostra scuola è divisa in tre cicli, più uno prescolare, in cui però a volte insegnanti volenterosi avviano già i bambini alla scrittura e lettura e ai primi rudimenti del calcolo. Questa frammentazione proviene dalla storia della scuola italiana che ha progressivamente innalzato l'obbligo scolastico per cui ad ogni nuovo obbligo è stato creato un troncone nuovo di scuola. Questa suddivisione non ha più senso di esistere.

Per questo motivo, mantenendo la scuola dell'infanzia fino ai quattro anni non obbligatoria per venire incontro alle esigenze delle famiglie e delle madri, propongo di suddividere la formazione obbligatoria successiva in due cicli di sette anni
Un primo ciclo, per bambini tra il quinto e l'undicesimo anno di età, uguale per tutti, che dia innazitutto le conoscenze basilari di lingua inglese, oltre che sviluppare in maniera adeguata l'uso della lingua italiana scritta e parla, e le conoscenze matematiche di calcolo numerico e letterale fino all'algebra dei polinomi e alla geometria euclidea in forma intuitiva (con la dimostrazione dei teoremi più semplici e nello stesso tempo imporanti). A fianco a questa preparazione di base si dovrebbe cambiare lo studio della storia e della geografia che dovrebbero essere eseguite in un unico ciclo invece che ripetere due volte lo stesso porgramma come oggi (uno alle elementari e uno alle medie), in modo da dare già ai bambini più piccoli una conoscenza più maturata e adeguatamente approfondita. Analogamente si procederebbe con le nozioni basilari e descrittive delle materie scientifiche naturali e per le discipline artistiche. Infine si introdurrebbe l'uso del computer come materia a sè stante, ma non come mero uso di office, ma iniziando i bambini all'uso della programmazione per risolvere i problemi e come ausilio didattico (non solo per vedere filmini o per scopiazzare relazioni e ricerche trovare su internet). Per quanto riguarda l'italiano e la matematica di fisseranno degli standard minimi nazionali per ciascun anno di corso che verranno valutati mediante test nazionali preparati dal ministero e somminsitrati con le dovute misure di sicurezza. Il raggiungimento di questi standard minimi deve essere condizione necessaria per la promozione. Dopodichè la decisione finale passa al consiglio di classe che decide sulla scorta anche dell'esito delle altre materie e soprattutto da una valutazione diversificata (dal 6 in su) per ogni materia, sia esaminata dal test nazionale che non.
Questo per combattere la piaga, ormai dilagante, di studenti che approdano alle scuole superiori senza essere in grado neanche di eseguire le quattro operazioni elementari tra numeri interi o incapaci di comprendere un testo scritto o di articolare un discorso logico che superi il singolo periodo su un qualsivoglia argomento.
Successivamente si entra nel secondo ciclo, anch'esso di sette anni, che invece fornisce la preparazione vera e propria per l'università o il mondo del lavoro. Questo secondo ciclo è nello stesso tempo unitario e diversificato. Unitario perchè cade la divisione nei diversi tipi di scuole superiori, essendoci solo dei macro istituti localizzati nei comuni con più di 50000 abitanti o al centro di gruppi di comuni che assommano una popolazione equivalente (possibili deroghe per particolari situazioni geografiche). Diversificato perchè ogni anno lo studente presenta un piano di studio tra i diversi corsi presenti che formano il suo curricolo.
In questo secondo ciclo le materie saranno divise in tre gruppi: BASE, ACCADEMICHE, TECNICO/PROFESSIONALI.
Le prime obbligatorie per tutti, in quanto saranno le materie riconosciute essenziali per la formazione dell'individuo e del cittadino (tra cui lingua e letteratura italiana, matematica non avanzata, storia e geografia, educazione civica, lingua inglese, basi di scienze naturali).
Il secondo conterrà materie più specifiche (alcune prese dagli attuali istituti tecnici) e versioni avanzate dei corsi base (solo scegliendo la versione avanzata di un corso base si potrà non inserire il corrispondente corso base nel piano di studio). Queste materie saranno quelle preparatorie per l'università o studi simili. Ogni corso di laurea avrà dei prerequisiti in quanto a corsi accademici, e solo con un piano di studio che contenga i necessari corsi accademici si potrà accedere a quel corso di laurea (per esempio i corsi di laurea in fisica, matematica richiederebbero di avere corsi avanzati di matematica e fisica per potersi iscrivere). Così si eviterebbe l'appiattimento dei primi anni di laurea in cui molti corsi sono livellati verso il basso per poter recuperare le "lacune" di chi affronta certi studi accademici senza la necessaria preparazione superiore.
Il terzo conterrà altre materie tecniche e quelle professionalizzanti e permetterà piani di studio che introducano al mondo del lavoro (con stages obligatori, nell'ultima parte dell'anno scolastico a partire dal quarto anno del secondo ciclo).
L'uso del PC sarà integrato in tutte quelle materie dove sarà ritenuto opportuno e utile.
La definizione delle materie di ogni gruppo e dei programmi sarà stabilito da commissioni composte da rappresentanze di insegnanti scolastici, genitori e esponenti del mondo del lavoro (per il terzo gruppo) o di insegnanti universitari (per il secondo gruppo). Ogni cinque anni si procederà ad un riesame dei programmi e delle materie con eventuali riconferme, modifiche o sostituzioni. Naturalmente all'inizio di questa riforma si abolirebbero tutte quelle materie ormai obsolete che però continuano a sopravvivere per inerzia nelle nostre scuole (per esempio stenografia e dattilografia negli ITC).
Per chi volesse passare da corsi base o avanzati, o aggiungere un corso accademico o tecnico/professionalizzante dopo il primo anno ci sarebbero corsi estivi di recupero (analoghi a chi deve recuperare insufficienze) con esame finale.
I diversi corsi avrebbero un peso in crediti e ogni piano di studio dovraà essere composto da un minimo di crediti in modo che ogni anno si sia obbligati a seguire un certo numero di corsi accademici e/o tecnico/professionalizzanti.
Infine si abolirebbe la struttura dell'anno scolastico vero e proprio, suddividendo i programmi annuali in tronconi quadrimestrali intervallati da pause di due mesi. Ogni quadrimestre avrebbe le proprie prove finali e quindi le eventuali insufficienze rallenterebbero la preparazione solo di mezzo anno invece che di uno intero
Non esisterebbe promozione o bocciatura per anno scolastico, ma solo per singolo corso, per cui solo nelle materie dove non ri raggiungerebbe la sufficienza si sarebbe costretti a seguire corsi di recupero e, se l'insufficienza permane, ripetere il corso l'anno successivo o passare ad un corso di livello inferiore.
Le conseguenze positive immediate di questa strutturazione modulare ssarebbero:
1) evitare l'accumulo di lacune in una materia specifica (attualmente questo può accadere perchè una sola materia non comporta la bocciatura e quindi si può arrivare al diploma essendo sempre insufficienti in una specifica materia) ma anzi favorire il recupero che può avvenire anche senza far perdere anni scolastici
2) nello stesso tempo l'insufficienza in una o più materie non impedisce l'avanzare nelle materie dove si riesce bene
3) possibilità maggiore di passare da un piano di studi ad un altro rispetto ad adesso, e senza per questo abbandonare la stessa struttura sociale di compagni.
4)

Autore: Verbal
Voti totali ricevuti: 30
Termine delle votazioni: 05/06/2008 21:58:43

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Eisto delle votazioni: APPROVATA
(Voti favorevoli: 19. Voti contrari: respingo=8, irrealistica=3, copiata= 0.)



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COMMENTI

MarcoFR (05/06/2008 03:34:33) - Approvo la legge, ma il cambiamento sarà lungo e complesso: come verranno usate le strutture esistenti? Come verranno gestito il corpo docente? La legge è buona, ma ci sono delle lacune fondamentali che andrebbero colmate. Sarà sicuramente molto impopolare tra studenti e insegnanti.
 
Catan (05/06/2008 10:11:05) - I principi sui quali si basa il disegno di legge sono buoni e saldi. Vanno specificati alcuni dettagli come il grado di studio necessario per insegnare in strutture amministrative scolastiche simili. Sono contrario al concentrare lo studio della storia e della geografia tutto nelle periodo BASE: le due materie andrebbero approfondite con la crescita poichè da piccoli i bambini potrebbero, probabilmente, non essere interessati con lo svantaggio che essi imparino a memoria la materia. Approvata
 
FiammaNera (05/06/2008 13:13:09) - Approvo in linea di massima, anche se trovo il nuovo approccio un pò troppo flessibile in una scuola vhr in fatto di preparazione credo sia arrivata ai minimi storici.
 
BeaG (05/06/2008 14:39:52) - L'intento della legge è buono, es. evitare di accumulare lacune ma il progetto in concreto è inadatto perché non calato sulle reali esigenze e competenze e maturità degli studenti. In particolare i l primo ciclo prevede troppe nozioni e poca formazione trasversale e poi troppe materie che potrebbero essere affrontate sussessivamente. Non spiega neppure dove trovare i finanziamenti per una ristrutturazione ciclopica sia delle strutture che del personale .
 
GAMoN (08/06/2008 01:37:47) - Oltre a non essere d'accordo, trovo la proposta irrealistica: la frammentazione dei corsi, nel secondo ciclo, comporta un'autonomia di gestione individuale di tipo universitario. E non lo trovo adatto a ragazzini di 12-18 anni, anche per le difficoltà di socializzazione (fare gruppo) che comporta. Inoltre la gestione dei corsi, delle aule, degli insegnanti sarebbe inattuabile e la maggior parte degli edifici scolastici non sarebbe adatto. Non mi piace nemmeno l'idea dei macro istituti.
 
Vav (21/06/2008 09:05:07) - Sono favorevole ad una riforma dei cicli
 
abitcis (06/04/2010 11:24:33) - Ottima proposta, buona idea!
 
italiadeivalori (12/09/2010 02:50:27) - APPROVO LA TUA IDEA.
 


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