Modifica della "legge notarile"
Il notaio è un libero professionista e contemporaneamente un pubblico ufficiale, figura speciale prevista dall'ordinamento per favorire la registrazione capillare degli atti (in genere di diritto privato) stipulati fra i cittadini, a complemento e strumento, ed in delega generale, della funzione di registro provveduta dallo stato.

Nel diritto italiano, infatti, secondo quanto recita l'art. 1 della legge 16 febbraio 1913, n. 89 ("legge notarile"), "I notari sono ufficiali pubblici istituiti per ricevere gli atti tra vivi e di ultima volontà, attribuire loro pubblica fede, conservarne il deposito, rilasciarne le copie, i certificati e gli estratti".
Sebbene la legge non precisi se su alcuni tipi di atti il notaio abbia competenza esclusiva (nel senso che solo lui possa "rogarli" e non anche altri pubblici ufficiali), vi sono norme procedurali particolari che, di fatto, prevedono tale esclusività, come in materia di trascrizione alla Conservatoria dei registri immobiliari (il classico "rogito" che tutti facciamo quando compriamo casa). Eppure il silenzio del codice non conferma affatto che di tali procedure debbano occuparsi solo i notai.

Nel tempo, però, la categoria professionale dei notai si è trasformata in una casta: l'accesso alla professione è a numero chiuso; si diventa notaio col superamento di un concorso nazionale e anni di praticantato obbligatorio. Questa combinazione di fattori spesso costituisce un ostacolo insormontabile per chi volesse intraprendere la professione, dato che è estremamente difficile trovare un notaio che faccia fare il praticantato a qualcuno che non sia il figlio, il nipote, ecc., rendendola, di fatto, una professione "ereditaria".
Inoltre, l'esclusività in materia di trascrizione di alcuni atti pubblici, insieme al numero chiuso, hanno portato al classico abuso da monopolio: tariffe elevatissime. Nel caso degli immobili, addirittura, le tariffe si calcolano in percentuale sul valore dell'immobile. Come se l'impegno richiesto dal notaio per verificare la presenza di ipoteche e la regolarità degli atti fosse diverso fra un monolocale e una villa bifamiliare.

PROPOSTA
Mettere ordine nel codice civile, riscrivendo la legge notarile (vecchia di quasi un secolo) e stabilendo una volta per tutte che i pubblici ufficiali comunali, al pari dei notai, possano sottoscrivere atti pubblici, anche se non riguardano la pubblica amministrazione (quest'ultimo caso è già stato normato dalla legge Bassanini del 15 maggio 1997).

Dunque sarà possibile acquistare un immobile, redigere un testamento o costituire una società direttamente presso un apposito sportello Comunale, alla presenza di un pubblico ufficiale autorizzato.

Le tariffe, moderate, saranno fisse e incamerate in parte dagli stessi Comuni, in parte dallo Stato.

I notai potranno continuare la loro attività, rivedendo i tariffari sui rogiti (se non vogliono essere esclusi dal mercato) e sviluppando maggiormente servizi più qualificanti, come le consulenze sulla redazione di contratti e atti sia pubblici che privati.
L'attività di notariato sarà aperta a tutti gli studi legali (come avviene in molti altri Paesi), per favorire una maggiore concorrenza.

Vantaggi:

- Abbattimento dei costi per i cittadini: un rogito potrebbe costare da poche decine a quache centinaio di euro e non migliaia come adesso.

- Semplificazione burocratica: se l'atto di compravendita di un immobile viene sottoscritto presso il Comune, non occorre più la dichiarazione ICI (il Comune conosce automaticamente proprietà e caratteristiche dell'immobile).

- Nuovi entroiti per le casse dei Comuni e dello Stato: in un periodo in cui è sempre più difficile trovarne, senza tassare i cittadini, le entrate derivanti dai rogiti darebbero una boccata d'ossigeno all'erario ma soprattutto agli enti locali.

- Creazione di nuovi posti di lavoro: la liberalizzazione della professione, oltre all'abbattimento delle tariffe, consente un nuovo sbocco occupazionale per molti laureati in giurisprudenza.
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 GAMoN (13/06/2008 02:14:26) - E' stato quasi un plebiscito ma sarebbe stato interessante conoscere le ragioni del no.
 
Vav (23/06/2008 18:13:25) - mi associo al plebiscito
 
MassiGrassi (02/07/2008 15:19:13) - Mi sa che nell'epoca internettiana un testo così lungo porti a non leggerlo per intero. A mio avviso i no arrivano da un "rifiuto" alla lettura del disegno nella sua interezza.
 
ManuelMartini (18/07/2008 03:08:53) - ovvio che sì
 
abitcis (05/02/2010 15:44:50) - Risparmio per i cittadini ma smacco per la lobby dei notai...irrealistica
 
eddy (30/03/2010 19:43:20) - Approvo anche io
 


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